Arguello

AutoriOlivieri, Antonio
Anno Compilazione1996
Anno Revisione2015
Provincia
Cuneo.
Area storica
Alta Langa.
Abitanti
186 (ISTAT 1991).
Estensione
504 ettari (ISTAT 1991).
Confini
A nord Lequio Berria, a est Bosia e Cravanzana, a sud Cerretto Langhe, a ovest Albaretto della Torre.
Frazioni
Non ci sono frazioni secondo il censimento del 1991.  Vedi mappa.
Toponimo storico
Il toponimo è attestato nelle forme Arguellus (1190) e Arcuellus (1203). "Arcuellum" [Casalis 1833, p. 365].
Diocesi
Alba (dal medioevo senza interruzione sino al riassetto circoscrizionale diocesano del 1817, cui fu data occasione dalla creazione della diocesi di Cuneo).
Pieve
Non individuata.
Altre Presenze Ecclesiastiche
Parrocchiale intitolata ai Santi Angeli custodi edificata nel XVIII secolo (Casalis 1833, p. 365). L'antica parrocchiale, San Frontiano era una fondazione di monaci benedettini originari di Alba (XII secolo) ed era posizionata presso l'originale insediamento abitato di Arguello (Borgata Arditau).
La chiesa campestre di San Michele costituì a lungo un centro di culto di rilievo per la comunità locale si trova lungo la strada che collega Arguello ad Albaretto della Torre.
Assetto Insediativo
Il più antico insediamento di Arguello risultava nella località oggi riconosciuta come borgata Arditau, a ridosso della chiesa di San Frontiano, antica parrocchiale. Ai tempi della redazione del Dizionario di Casalis (Casalis 1833, p. 365) e delle Notizie di De Bartolomeis (De Bartolomeis 1840-1847, IV, p. 330) il comune risultava costituito da vari e sparsi casali. Nel censimento del 1951 vengono segnalate le frazioni di Buffarola e Cantabusso con 23 e 26 abitanti, mentre Arguello ne aveva 34 e alle case sparse ne venivano attribuiti 206 (indice, sembrerebbe, quello della forte presenza di case sparse, di «una marcata gerarchia amministrativa che fa capo a un forte insediamento centrale», forte, aggiungo, da un punto di vista amministrativo, ma assai debole dal punto di vista demografico, con i suoi 34 abitanti nel 1951). Vedi scheda.
Luoghi Scomparsi
Non individuati.
Comunità, origine, funzionamento
Non risultano attestazioni medievali di Arguello come comunità attiva sul piano politico. D’altra parte quanto si può leggere oltre (cfr. il lemma ‘Feudo’) mostra che le attestazioni duecentesche di cui si dispone nel riferirsi ad Arguello non mettono in rilievo, forse per il carattere stesso delle fonti che ce le offrono, la sua dimensione comunitaria, ma piuttosto quella di apprestamento difensivo (di castrum).
Statuti
Non risulta l’esistenza di statuti o franchigie.
Catasti
Nessuna notizia. Parte del materiale archivistico di Arguello risulta conservato nell’Archivio comunale di Serravalle Langhe (se ne veda l’inventario presso la Soprintendenza archivistica del Piemonte). A detta di Manno (Manno 1884-1934, II) l’archivio comunale di Arguello subì un incendio nel 1821. Possediamo però un inventario trasmesso alla Reale Segreteria nell’ottobre 1782 (AST, Corte, Paesi in genere, Inventari delle comunità, m. 2) da cui risultano tre catasti, rispettivamente del 1669, del 1712 e del 1727 (di quest’ultimo allora ci si serviva); risulta altresì un Libro dei trasporti del 1754.
Ordinati
1693-1797 (notizia tratta da una scheda della Soprintendenza archivistica del Piemonte del 1969). L’inventario del 1782 segnala i seguenti ordinati: 1698-99, 1703, 1706, 1710, 1718, 1724, 1727, 1732-42, 1771-76, 1777-79, 1778-80 (AST, Corte, Paesi in genere, Inventari delle comunità, m. 2). Da segnalare che la lacuna qui riscontrabile tra il 1742 e il 1777 risulta anche, nell’inventario, per le «consegne originali del sale» (lacuna anni 1748- 1785) e per i «causati» (1747-1775).
Dipendenze nel Medioevo
Nei primi decenni del Duecento Arguello appare sotto il controllo di Enrico del Carretto, che lo teneva in feudo dal comune di Alba cui lui stesso l’aveva donato nel 1209 (cfr. il lemma ‘Feudo’).
Feudo
Il 21 agosto 1209 Enrico del Carretto, detto marchese di Savona, dona al comune di Alba «nominatim de Arguello et Fauxolio et Calvençana, videlicet de castris, villis et hominibus ipsorum locorum, venacionibus, aucupacionibus, terris, pratis [...] cum omni districtu et comitatu et iurisdictione et posse et omnibus aliis ad ipsa loca pertinentibus» (Il «Rigestum comunis Albe», I, pp. 47-48, doc. 15). Il documento non è esplicito, ma sembra certo che Alba abbia riconcesso in feudo al marchese ciò che egli le aveva donato. D’altra parte, un documento di 15 anni posteriore mostra lo stesso Enrico del Carretto nell’atto di giurare fedeltà al comune di Alba, promettendole, tra le altre cose, di metterle a disposizione, in tempo di pace e di guerra, alcuni castelli, tra i quali troviamo Arguello (Il «Rigestum comunis Albe», II, pp. 22-23, doc. 255 [30 giugno 1224]). Il rapporto tra il marchese Enrico e Alba era stato turbato nel 1216 dalle pretese di Guglielmo di Monferrato: questi affermava che Enrico teneva da lui in feudo alcuni luoghi, tra cui Arguello, «castra scilicet et villas et curias et territoria et iurisdictiones et contilia predictorum castrorum et villarum et omnia ad predicta castra pertinencia»; Enrico lo negava e la questione si risolse alla fine con la rinuncia del marchese di Monferrato a tutte le sue pretese in cambio di 100 marchi d’argento (Appendice documentaria al Rigestum comunis Albe, pp. 36-37, doc. 39). Alba peraltro, in quest’ultimo documento, non veniva neppure citata, e veniva anzi detto che il marchese di Monferrato rinunciava a tutti i suoi diritti lasciando che Enrico possedesse in allodio (la piena proprietà) i castelli e villaggi contestati. Nel 1324 Manfredo del Carretto dona Arguello a Filippo d’Acaia, riprendendolo poi in feudo (Guasco 1911, I, p. 89). Arguello fece parte in età moderna – insieme a Cerretto, Gorzegno e Cravanzana – del marchesato di Gorzegno, feudo imperiale a disposizione dei marchesi del Carretto, i cui vari rami ne possedevano quote. Nella prima metà del Seicento l’imperatore Ferdinando II accordò a Vittorio Amedeo I di Savoia la superiorità e il diretto dominio sui feudi imperiali delle Langhe (di cui faceva parte, per esempio, anche Novello), purché ci fosse il consenso dei vassalli (AST, Camera dei Conti, Feudi e giurisdizioni, m. 1, n. 18). Questo non significò il cessare del ricorso diretto dei vassalli all’imperatore: negli anni Settanta del sec. XVII, Vittorio Baldassarre del Carretto di Cravanzana e dei marchesi di Gorzagno, Cerretto e Arguello si rivolgeva alla Maestà Cesarea, chiedendo protezione, per fare cessare i gravi attacchi che subiva da parte di un suo consorte e dei suoi figli, il marchese Carlo Amedeo del Carretto. Attribuiva l’inimicizia al fatto che, nelle passate guerre del Piemonte, suo padre si era schierato con il partito cesareo, mentre gli altri con il partito avverso. Di qui i saccheggi, le violenze e le imboscate e i tentativi di rivolgergli contro i suoi sudditi che aveva subito. Di qui, nel 1668, la sua aderenza per i suoi feudi al duca di Savoia, con pieno rispetto per i diritti imperiali. Ma le violenze da parte dei suoi nemici continuarono, e continuò, da parte loro, il tentativo di coinvolgere, a pregiudizio del Sacro Romano Impero, il re di Francia, fino a inalberarne, con manifestazioni di giubilo, lo stendardo «come – aggiunse ironicamente Vittorio Baldassarre – se fossero stati liberati miracolosamente dalla tirannide del re Faraone» (AST, Camera dei Conti, Feudi e giurisdizioni, m. 1, n. 18). Carlo Emanuele II di Savoia e poi suo figlio Vittorio Amedeo II acquistarono le diverse quote del marchesato di Gorzegno dai vari rami della famiglia del Carretto, che ne erano possessori (la giurisdizione su Cerretto e Arguello era divisa in anni 8) (AST, Camera dei Conti, Patenti controllo finanze, 1697 in 99, ff. 1-9). Il passaggio ai Savoia dovette tuttavia essere complicato dalla qualità di feudo imperiale di Arguello: dall’inventario comunale del 1782 (cfr. il lemma ‘Catasti’) risulta che nell’archivio di Arguello erano conservati editti e ordini di parte imperiale riguardanti i feudi imperiali degli anni 1709, 1717, 1726, anni cruciali per il passaggio ai Savoia di questi feudi delle Langhe.
Mutamenti di distrettuazione
Arguello e Cravanzana fecero parte, in età moderna, insieme a Cerretto e Gorzegno, del marchesato di Gorzegno. Nella prima metà dell’Ottocento, come attestano Casalis e De Bartolomeis, Arguello fu compresa nel mandamento di Bossolasco, che era stato capoluogo di un altro marchesato (quello, appunto, di Bossolasco). Il riferimento a Bossolasco come capoluogo di una circoscrizione intercomunale comprendente Arguello non sarebbe durato a lungo: il consorzio di segreteria cui Arguello partecipò prima della fusione d’epoca fascista (che comprendeva anche Cissone, Cerretto Langhe e Albaretto della Torre) ebbe sede a Serravalle Langhe (cfr. il lemma ‘Comunanze’), un altro comune con cui Arguello, dal punto di vista ora assunto, non aveva mai avuto nulla a che fare.
Oggi fa parte della Comunità Montana Alta Langa di Bossolasco.
Mutamenti Territoriali
Con R.D. 15 marzo 1928, n. 679 vengono riuniti i comuni di Lequio Berria, Arguello e Albaretto della Torre in un unico comune con capoluogo Lequio Berria (G.U. del Regno d’Italia, 91 [1928 aprile], p. 1615). La misura viene revocata nell’aprile 1947.
Comunanze
Il comune fece parte, prima dell’aggregazione a Lequio Berria del marzo 1928 (cfr. il lemma ‘Mutamenti territoriali’), del consorzio di segreteria tra i comuni di Serravalle Langhe, Cissone, Cerretto Langhe, Albaretto della Torre e Arguello con sede in Serravalle: con una lettera al Commissariato per la liquidazione degli usi civici del 15 febbraio 1927 spedita dal segretario consorziale, si affermava che nei 5 comuni del consorzio non venivano esercitati usi civici di sorta.
Liti Territoriali
Non individuate.
Fonti
A.C.A. (Archivio Storico del Comune di Arguello).
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Borgonio B 5 Nero, Mazzo 1, v. immagine 2 ("CARTA / DEL / BURGOGNO"). Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). Sul verso: "Piemonte". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 1 nero. (Data: [1772]) [Autore incisioni:(Giacomo Stagnon/ Stagnone)]. Vedi mappa.
A.S.T., Camera dei Conti, Feudi e giurisdizioni, Mazzo 1, n. 18;
A.S.T., Camera dei Conti, Patenti controllo finanze, 1697 in 99, ff. 1-9;
A.S.T., Corte, Paesi in genere, Inventari delle comunità, Mazzo 2.
Bibliografia
Appendice documentaria al Rigestum comunis Albe, a cura di F. Gabotto, Pinerolo 1912 (BSSS 22).
Casalis, Goffredo, Dizionario geografico, storico-statistico-commerciale degli stati di S. M. il re di Sardegna, Torino, G. Maspero, 1833-1856, vol. I (1833), p. 365.  Vedi testo.
 
De Bartolomeis G.L., Notizie topografiche e statistiche sugli Stati Sardi, 4 voll. in 6 tomi, Torino 1840-1847.
 
Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino 1990.
 
«Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia», 91 (aprile 1928), p. 1615.
 
Guasco Di Bisio F., Dizionario feudale degli antichi Stati Sardi e della Lombardia, Pinerolo 1911 (BSSS 54-58).
 
Istituto Centrale di Statistica, IX Censimento Generale della Popolazione. 4 Novembre 1951, Roma 1956.
 
Istituto Centrale di Statistica, XIII Censimento Generale della Popolazione. 20 Ottobre 1991, Roma 1994.
 
Istituto Geografico Militare, Firenze, tavoletta n. 81-IV-SE, “Cortemilia”.
 
Manno A., Bibliografia storica degli stati della monarchia di Savoia, 10 voll., Torino 1884-1934.
 
Il «Rigestum comunis Albe», a cura di Gabotto F., Eusebio F., Pinerolo 1903 (BSSS 20 e 21).
 
Descrizione Comune
Arguello
          Risulta utile riflettere sul mutare delle aggregazioni sovracomunali di cui fece parte Arguello tra i secoli XV e XX. Per quanto riguarda invece le questioni di storia interna del territorio di Arguello non ci sono invece, a mio parere, dati sufficienti per operare una sintesi interpretativa fondata. D’altronde, a questo proposito, va ricordato che l’assetto documentario stesso della comunità appare assai debole: nessuna traccia di statuti o franchigie; inoltre, a prescindere dell’incendio del 1821 che avrebbe colpito l’archivio, di cui parla Manno, l’inventario stesso del 1782 non segnala materiale archivistico anteriore al secolo XVIII, eccezion fatta per un catasto del 1669 (segno comunque di una attività di controllo sul territorio a fini fiscali e non solo) e di ordinati degli ultimi anni del secolo XVII.
     Lo stesso maggiore smalto che l’attività amministrativa sembra assumere nel Settecento, che appare connesso con l’acquisto del marchesato di Gorzegno da parte dei Savoia completato da Vittorio Amedeo II, registra una battuta d’arresto tra gli anni Quaranta e gli anni Settanta, come testimoniato dalle rilevanti lacune documentarie relative a quegli anni. Ma veniamo ora alle aggregazioni di Arguello con entità circoscrizionali di dimensione “mandamentale”. La ripresa in feudo (o feudo oblato) operata da Enrico del Carretto con il comune di Alba (cfr. ‘Feudo’) riguardava tre comunità del medio corso del Belbo: Arguello, Feisoglio e Cravanzana. Saranno appunto Arguello e Cravanzana a far parte, in età moderna, insieme a Cerretto e Gorzegno, del marchesato di Gorzegno. Il marchesato, come si è visto, fu attraversato, negli anni Settanta del Seicento, da gravi tensioni tra i consignori, tensioni che si espressero anche con lo schierarsi dei contendenti su opposte sponde politiche (la Francia e l’Impero).
     Nella prima metà dell’Ottocento, come attestano Casalis e De Bartolomeis, Arguello fu compresa nel mandamento di Bossolasco, che era stato capoluogo di un altro marchesato (quello, appunto, di Bossolasco), di cui aveva fatto parte una comunità che veniva ora a trovarsi insieme con Arguello: Albaretto della Torre. Oltre a Bossolasco, Arguello e Albaretto, il mandamento sabaudo comprendeva Cerretto Langhe, che seguiva così lo stesso destino di Arguello, e comunità che, come Albaretto, non si erano mai trovate nella stessa circoscrizione “mandamentale” insieme con Arguello; Cissone e Somano. Il riferimento a Bossolasco come capoluogo di una circoscrizione intercomunale comprendente Arguello non sarebbe durato a lungo: il consorzio di segreteria cui Arguello partecipò prima della fusione d’epoca fascista (che comprendeva anche Cissone, Cerretto Langhe e Albaretto della Torre) ebbe sede a Serravalle Langhe (cfr. ‘Comunanze’), un altro comune con cui Arguello, dal punto di vista ora assunto, non aveva mai avuto nulla a che fare.
     Come nulla a che fare aveva avuto con Lequio Berria, capoluogo della fusione fascista del 1928, con cui Arguello fu aggregata insieme con Albaretto della Torre (cfr. ‘Mutamenti territoriali’). Anche in questo caso, come in quello di Albaretto, ci troviamo evidentemente di fronte a forti tensioni riguardanti non il territorio comunale al suo interno, su cui poco sapremmo dire (cfr. ‘Assetto insediativo’), bensì i suoi rapporti con territori contermini, con i quali si aggrega e viene aggregato in un mosaico continuamente scomposto e ricomposto, in un mutare continuo di gerarchie amministrative nelle quali, tuttavia, Arguello gioca sempre un ruolo subalterno.