Pinerolo

AutoriBarbaglia, Alessandra
Anno Compilazione1998
Anno RevisioneSuggerita revisione
Provincia
Torino.
Area storica
Pinerolese.      Vedi mappa1. Vedi mappa 2Vedi mappa3.
Abitanti
35331.
Estensione
5028 – 5049 ha.
Confini
Cumiana, Cantalupa, Roletto, Frossasco, Piscina, Scalenghe, Buriasco, Macello, Garzigliana, Osasco, S.Secondo, Porte, S.Pietro Val Lemina, Pinasca.
Frazioni
Baudenasca, Pascaretto, Riva, S.Martino, Talucco. Vedi mappa.
Toponimo storico
Pinarioum (981), Pinarolio (1044), Pineriolo (1064), Pinayrolium (1139), Pinerolio (1139), Pignerolio (1193), Peynaroly (1374) [Olivieri 1965]. Pignerol (francese: segnatamente nel secolo XVII). Pinerolo. 
Diocesi
Torino.
Pieve
Parrocchiali dall’XI sec. S.Maurizio e S.Donato, unite nel capitolo della Collegiata. Eretta a sede vescovile nel 1748. Cattedrale di S.Domenico(1749).
Altre Presenze Ecclesiastiche
Assetto Insediativo
Centro abitato. Vedi mappa.
Strade. Vedi mappa.
Luoghi Scomparsi
Comunità, origine, funzionamento
Il territorio è noto sin dal IV sec., quando era unito alla diocesi di Torino, sotto i Longobardi fa parte del ducato e sotto i Carolingi rientra nel comitato di Anscario I e i successori, come conti di Torino. (PITTAVINO,CARUTTI).
Statuti
1220-1528 libro della catena (ASP, Biblioteca) 1220-1558 Liber Statutorum (ASP, cat.20 n.4) 1415 ordinamenti (ASP, cat.IV F 3 n.2) 1664-1686 bandi politici e campestri 1677 bandi campestri (AST, Cam., Senato di Pinerolo, 1633/1686, mazzo 62) (ASP, cat.XX n.11) 1716-20 bandi campestri (AST, Cam., fondo Senato, serie I, cat. C II, Interinazioni, f.687) 1768 bandi campestri (ASP, cat.XX n.15) 1769 bandi campestri interinati (AST, ibidem, f.4) 1786 bandi politici (ASP, cat.XX n.18) 1787 bandi politici interinati (AST, ibidem, f.134); Statuti, franchigie e immunità della città di Pinerolo, Torino 1602 [Statuto comunale 2011. Vedi testo.]
Catasti
1428 catasto (ASP, cat.26 n.2-5) 1559 brogliasso catasto (ASP, cat.26 n.12) 1560 brogliasso 1566 brogliasso 1597 brogliasso 1622-23 brogliasso 1783 catasto (ASP, cat.26 n.18) dal 1428 al 1722 consegnamenti (ASP, cat.28 mazzo 1 n.62).
Ordinati
1379-1404 registro (ASP, cat.20 n.4) dal 1326 al 1451 atti del consiglio dal 1452 al 1622 atti del consiglio dei 25 dal 1452 al 1622 atti del consiglio dei 100 dal 1623 al 1914 atti del consiglio comunale.
Dipendenze nel Medioevo
Marchesi di Torino abate di S.Maria (1078) vescovo di Torino (1159) Tomaso Savoia (1245) Ramo Acaia : Filippo (1295) Francia (1536-1574) Savoia Francia (1629-1694) Savoia (1697) Francia (1704) Savoia (1706) Francia (1798) Austro-Russi (1799) Francia (1800) Savoia (1814) (GUASCO).
Feudo
Comune signorile: Bersatori, Cara, Portis, Falletti, di Bricherasio, Maletti, Donnabona, Nasapori, Corte sia (XIII sec.) (GUASCO).
Mutamenti di distrettuazione
Mutamenti Territoriali
Nel 1818 Buriasco superiore chiede e ottiene di essere separata da Pinerolo. Con Regio Decreto 18 agosto 1818 è sancita l'erezione a comune.
Comunanze
Nel 1925 il comune dichiara che non ci sono usi civici.(CLUC) Nel 1927 si specifica che i beni in zona Talucco sono patrimoniali e nessuno ha diritto di pascolo, legna ecc. I beni demaniali su cui il comune non esercita usi civici si differenziano tra quelli di cat. A e di B. I primi -nel 1939- restano di natura demaniale ad uso futuro dei cittadini, essi sono compresi nel territorio del comune di Abbadia Alpina e di S.Secondo; i terreni pascolivi sono dati in affitto alla borgata Talucco per 12 anni (1926-1938), i boschivi sono a mezza montagna nella zona alpestre del Talucco. I terreni di cat.B sono in  affitto a contadini per 12  anni.
Liti Territoriali
A.S.T., Sezioni Riunite, Camerale  Piemonte Procès verbal de Pinerol pour les confins de S.Second, Ozasque, Massel et Garsillane et de la rivière du Chison (1633-34).
A.S.T., Corte, Provincia di  Pinerolo, Mazzo 2,  n.20 (1772), Contro i Ferrero per Buriasco Inferiore.
Fonti
A.C.A. (Archivio Storico del Comune di Abbadia Alpina). Vedi inventario.
A.C.P.(Archivio Storico del Comune di Pinerolo). Vedi inventario sommario.
A.CA.P. (Archivio Capitolare di Pinerolo). Vedi inventario.
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Cam., Intendenza di Pinerolo, cat.1 sez.9 art.24.
A.S.T., Cam., Intendenza di Pinerolo, cat.3 sez.12 art.18.
A.S.T., Cam., Intendenza di Pinerolo,cat.3 sez.1 par.4 art.22.
A.S.T., Sezion Riunite,  II Archiviazione, Capo 21, Mazzo 67.
A.S.T., Corte, Provincia di Pinerolo, mazzo 1 fasc.16.
A.S.T., Camerale Piemonte, art.475, lettera A.
A.S.T.,  Carte topografiche e disegni, Carte topografiche serie III, mazzo 2,   Pinerolo,  Piano in figura regolare d'una porzione della Vechia Strada, Reale, / e nuova   Provinciale Inferiormente alla Città di Pinerolo, con parte dell'altra Strada / che tende à   Frosasco, Cumiana, ed Altri Luoghi, con il nuovo Proggetto, Pontegiato, e Colorito di /   Rosso, formato da me sottos[crit]to, con l'assistenza di Mons. Benard, con l'Intervento,   del Perito nominato / dalla Sudetta Città, e Sindaco della Medesima. Piano in figura   regolare d'una porzione della Vechia Strada Reale e nuova Provinciale. Inferiormente   alla Città di Pinerolo con parte dell'altra Strada che tende a Frosasco, Cumiana, ed altri   luoghi, con il nuovo Proggetto Pontegiato e Colorito di rosso, formato da me   sottoscritto, con l'assistenza di Mons. Benard, con l'intervento del Perito nominato   dalla Sudetta Città, e Sindaco della medesima". Torino, 20 luglio 1765, N. Bojne   Misuratore. Inchiostro e acquerello di vari colori. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni > Carte topografiche segrete, mazzo 1, Borgonio B 1 Nero, CARTA COROGRAFICA / DEGLI / Stati di S.M. il Re di SARDEGNA / data in luce / dall'Ingegnere / BORGONIO / nel 1683 / corretta ed accresciuta / nell'anno 1772. Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). (Note: Sul verso: "Carta III. / continente il Marchesato di Susa, il Contado di / Nizza, e le Provincie di Pinerolo, e Cuneo, con la maggior / parte di quella di Torino, piccola parte delle rispettive / Provincie di Moriena, Ivrea, Alba, Mondovì, e / Principato d'Oneglia, con le Frontiere di Francia / e parte della Provenza, il Principato di Monaco, e / piccola parte del Genovesato". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 5 nero.), 1772 [Autore disegno originale : Borgonio (ma v. note)].
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, mazzo 1, Pinerolo 10 A IV Rosso,  CARTA DELLA PROVINCIA DI / PINEROLO / DEDICATA A. S. SACRA REAL / MAESTÀ VITORIO EMANUELE RÉ / DI SARDEGNA, DI CIP.[RO] E DI GERUSALEM.[M]E. Carta dimostrativa della Provincia di Pinerolo sottoscritta Francesco Peiretti, fol. 1 Mss. senza data. (Note : Con una breve "Descrissione de Minerali / che producono le Valli della presente / Carta".), s.d. [Autore disegno originale : Francesco Peijretti [Peiretti].
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Raccolte iconografiche archivio Sua Maestà, Disegni ideali di figura,  cartella (mazzo) 1,  CARTA DELLA / PROVINCIA DI PINEROLO. 3 - "Lavori di calligrafia". N. 9 disegni. 1) "Carta della provincia di Pinerolo", 1814, Francesco Peiretti disegnatore. (Note : Il documento è costituito da un foglio piegato a metà: nelle prime due facciate vi è una supplica al sovrano sottoscritta Francesco Peÿretti per la concessione di una Regia Accensa di Tabacco in Torino, la carta della Provincia di Pinerolo si trova sulla terza facciata.), 1814.
A.S.T., Corte, Provincia di Pinerolo, Mazzi 1--3-4í-4 bis.
A.S.T., Corte, Provincia di  Pinerolo, Mazzo 2,  n.20 (1772), Contro i Ferrero per Buriasco Inferiore.
A.S.T., Sezioni Riunite, Camerale  Piemonte Procès verbal de Pinerol pour les confins de S.Second, Ozasque, Massel et Garsillane et de la rivière du Chison (1633-34).
B.N.F. (Bibliothèque nationale de France, Paris). Vedi catalogo.
B.N.F., département Cartes et plans, GE D-13120 Le Duché de Milan et les Estats du duc de Savoye partie de ceux de Mantoue et de la république de Gênes avec les diverses routes ou passages de France et d'Allemagne en Italie par les Alpes... / par N. de Fer ; Jacqueline Panouse, sculp. 30 milles [Auteur: Guérard, Nicolas (1648?-1719); Auteur: Panouse, Jacqueline. Graveur; Auteur: Fer, Nicolas de (1647?-1720). Cartographe.Éditeur, s.n.; Date d'édition: 1703]. Vedi mappa.
B.N.F., GED-2025, Pignerol, ville forte d'Italie, en Piémont, située sur une montagne de la vallée de Pérouse... H. van Loon fecit, de Fer (Paris), 1700.  Vedi mappa.
B.R.T. (Biblioteca Reale di Torino).
B.R.T., Miscellanea di storia patria n.854, Balduini di Santa Margherita, Descrizione della provincia di Pinerolo.
Bibliografia
G.CASALIS, Dizionario geografico storico statistico commerciale degli stati di S.M. il re di Sardegna, Torino 1833-1863, vol.15, pp.123-385.
A.A.V.V., Dizionario di toponomastica, UTET,Torino 1990, p.496.
F.GUASCO DI BISIO, Dizionario feudale degli antichi stati sardi e della Lombardia (dall'epoca carolingia ai nostri tempi) (774-1909), Pinerolo 1911, vol.II, p.196 sg.
G.L.DE BARTOLOMEIS, Notizie topografiche e statistiche sugli stati sardi, Torino 1843, p.492 sg.
P.CAFFARO, Notizie e documenti della chiesa pinerolese, 6 voll., Pinerolo 1893.
D.CARUTTI, Storia della città di Pinerolo, Pinerolo 1893.
C.CIPOLLA, Il gruppo dei diplomi adelaidini a favore dell’abbazia di Pinerolo, in BSSS, Torino 1899.
F.GABOTTO, Il cartario di Pinerolo fino all’anno 1300, in BSSS, Torino 1899
R.FORCHINO, Ricerche su Pinerolo in età moderna. I bandi politici e campestri, dattiloscritto presso la Facoltà di Giurisprudenza di Torino, 1988-89.
C.CIPOLLA, Il gruppo dei diplomi adelaidini a favore dell’abbazia di Pinerolo, in BSSS, Torino 1899.
U.MARINO, Storia di Pinerolo e dei principi d’Acaja, Pinerolo 1966.
Olivieri, D.,  Dizionario di toponomastica piemontese, Brescia,  1965, p.267.
A.PITTAVINO, Storia di Pinerolo e del pinerolese, 2 voll., Milano 1963.
G.VISENTIN, Pinerolo tra cronaca e storia, Pinerolo 1971.
Statuti, franchigie e immunità della città di Pinerolo, Torino 1602, p.452.
Descrizione Comune

Pinerolo

      Il toponimo si fa risalire ad un diminutivo di pinarium (pineto); diverse le varianti in altri documenti Pinarolio (1044), Pineriolo (1064), Pinayrolium (1139), Pinerolio (1142), Pignerolio (1193), Peynaroly (1374). La prima citazione si fa risalire ad un documento di Ottone III senza data ma anteriore al 996; tuttavia è noto che sin dal IV secolo le terre del Chisone e del Lemina erano unite alla diocesi di Torino, in seguito fecero parte del ducato longobardo e sotto i Carolingi rientravano nel comitato di Anscario I (889-996), i cui successori, i conti di Torino, ebbero la signoria sul pinerolese. Nel 940 il re Ugo tolse la marca a Berengario e la passò ad Arduino. Le valli subirono l’invasione saracena nell’VIII secolo. Il documento di Ottone III è la conferma alla chiesa di S.Giovanni Battista dei suoi possessi e delle 14 corti tra cui figura Pinarolium. Nel X secolo nasce il borgo di San Verano, l’attuale comune di Abbadia Alpina. Nel 1064 la marchesa Adelaide dona al monastero da lei fondato in San Verano le due corti di Lagnasco e Miradolo, il borgo di San Verano, la metà dei luoghi di Porte, Turina, Malamorte, Fenestrelle, Uxello, Balboutet, Perrera, Frassiniera, Pragelato sino a Pietra Sexteria (Sestrières), le valli di San Martino e Perosa, Poggio Oddone, Pramollo, Villar Odino (Prarostino), Paderno, Famolasco, la chiesa di S.Giorgio in Piossasco, vari mansi in Piossasco e Rivalta, in Carignano con il porto fluviale, terreni in Torino e Racconigi, la metà di Vico Malo sul torrente Varaita, il monastero di San Martino sulíisola Gallinaria; la metà della corte di Prairola (presso Oneglia), la metà del castello di Porto Maurizio, altri mansi a Niella, Ceva e presso l’attuale Bastia di Mondovì. Tra il 1075 e il 1078 si completa la cessione dei paesi lungo il Chisone, vengono aggiunti la metà del mercato di Pinerolo con il castello e la curia, viene confermata la donazione delle chiese di San Donato e di San Maurizio. Pinerolo viene ceduta pienamente e per intero con tutti i suoi titoli e le sue pertinenze. Nel 1159 Federico I conferma al vescovo di Torino Pinerolo e altri luoghi. Sotto Adelaide Pinerolo è una curia, cioè è sede di un giudice per le cause maggiori, assistito dalla sua curia. Nel 1091 alla morte di Adelaide il Delfino di Vienne occupa alcune terre del monastero. Nel 1131 Amedeo III riporta la sovranità ai Savoia; egli recupera alcune terre che rende a Santa Maria specificando che le appartengono “vi dominica”, cioè signorilmente e non feudalmente. Il monastero non recupera tutte le terre usurpate, anzi molte non le verranno restituite che dopo il 1713, dopo l’occupazione francese. Dal punto di vista religioso il monastero è una badia soggetta al solo pontefice (“nullius dioecesis” nella bolla di Gregorio VII, 1074), il che porta a diverse controversie con la diocesi di Torino; non fa eccezione il 1159, anno in cui Federico I spoglia l’abate dei suoi diritti e sottomette Pinerolo al vescovo Milone : i pinerolesi si accordano inizialmente con l’abate dividendo l’autorità assoluta, poi ricorrono al conte Tomaso riconosciuto signore della città (1188). Gli abati di fatto dominano dal 1078 al 1220. L’antica vicinia formata da San Verano, San Donato (nel piano) e San Maurizio (borgo superiore sulla collina) con il castello sul monte Pepino si ingrandisce nel XII secolo. Nel 1189 l’abate si riconosce vassallo sabaudo. A fine secolo nasce il comune per concessione dell’abate alla creazione del consolato: i consoli sono di nomina e di scelta abbaziale. Nel 1220 viene approvato da Tomaso d’Acaia il nucleo degli Statuti (precedentemente in forma orale); nel 1280 si ha la conferma di Tomaso III. Il conte amministra la giustizia tramite il castellano, assistito da un Consiglio di Credenza affiancato da una commissione per gli affari urgenti; inoltre, è prevista la “conctio”, cioè il parlamento dei capofamiglia. Nella città si intrecciano tre poteri: comitale, abbaziale, comunale, e su tutti sovrasta l’impero. Pinerolo tra 1222 e 1224 si erge indipendente con Torino e nel 1226 aderisce alla seconda lega lombarda. A Torino nel 1235 viene stipulato un trattato che sancisce il ritorno di Pinerolo sotto la signoria sabauda, il che avviene solo nel 1244. Nel 1243 l’abate Albone cede ai Savoia la fedeltà e l’omaggio di tutti gli uomini di Pinerolo: ciò avviene senza il consenso dei monaci, che si oppongono e si appellano a Roma; l’abate ottiene in cambio l’uso dei boschi di Miradolo, il transito delle greggi su terreno comitale e l’obbligo per i pinerolesi di rispettare i suoi diritti. Nel 1244 i pinerolesi si rivoltano, i Savoia cingono d’assedio la città e segue un accordo che vede la sottomissione di Pinerolo a Tommaso conte di Fiandra. Nel 1295 Filippo d’Acaia si stanzia a Pinerolo; tra 1299 e 1319 apporta modifiche agli Statuti. Nel 1322 per favorire l’agricoltura affranca il comune e l’agro pinerolese dalle servitù feudali sia reali che personali. Seguono anni di scontri con le milizie dei Visconti. Il ramo Acaia si estingue nel 1418 con Ludovico, Amedeo VI rientra in Piemonte e a Pinerolo riceve l’omaggio dei sudditi, conferma le libertà e le franchigie, costituisce una corte di giustizia di prima istanza, il Consiglio dei Cento e quello dei Venticinque abolendo la vecchia Credenza. Nel 1536 Francesco I di Francia rivendica la metà dei possessi di Carlo II di Savoia in virtù dell’eredità della madre Luisa di Savoia: il suo esercito marcia sul Piemonte e prende Torino e Pinerolo (5 aprile). Inizia così il quarantennio della prima dominazione francese, in cui vengono comunque confermati privilegi e immunità. Con Cateau-Cambrèsis (1159) Emanuele Filiberto rientra in possesso dei domini, con esclusione di Pinerolo per altri tre anni: tuttavia il commissario ducale prende ugualmente possesso della fortezza di Pinerolo. La fine del dominio francese è nel 1574. Il duca istituisce la Prefettura con giurisdizione anche su Buriasco, Macello, Vigone, Cercenasco e concede franchigie ai Valdesi (1561). Nel 1615 Pinerolo ha bisogno di denaro ed è costretta a vendere il feudo di Buriasco Inf. al conte Ferrero; tale vendita viene impugnata nel 1727, che ne chiede l’annullamento ottenendo ragione dal Tribunale; nel 1772 la questione non si è risolta e Pinerolo ottiene il luogo a procedere contro i Ferrero. La città ritiene di essere stata ingannata dai suoi amministratori, tra i quali all’epoca c’era anche un fratello del conte, e di essere stata costretta alla vendita. Nel 1619 vengono venduti e infeudati a Pinerolo Riva, Buriasco Superiore e Baudenasca: ne assume il titolo comitale. Nel 1630 inizia la seconda occupazione francese: con il trattato di Cherasco Vittorio Amedeo I cede il possesso di Pinerolo e la Val Perosa. Il Consiglio in questo periodo deve esprimere i suoi atti in francese, pena la nullità; l’ordine si estende a scuole e chiese del mandamento. Nel 1631 il duca sabaudo estende il suo controllo su una piccola parte del territorio del Monferrato, ma deve rinunciare formalmente a Pinerolo e ad un corridoio di terra verso il Delfinato (la stessa lingua di terra esiste ancora oggi). Nel 1693 la città è cinta d’assedio dal duca di Savoia e gli abitanti si dimostrano attaccati a re Luigi XIV. Nel 1695 Pinerolo rientra sotto i Savoia e nuovamente difficili sono i rapporti con i Valdesi. Vittorio Amedeo II riorganizza lo stato sabaudo annullando i particolarismi locali, togliendo privilegi e titoli feudali abusivi. Nel 1723 il Consiglio viene chiamato Senato di Pinerolo, per poi essere abolito nel 1729 con trasferimento dei poteri al Senato di Piemonte. Nello stesso anno si ha una nuova costituzione che sostituisce gli antichi ordinamenti. Nel 1745 la città acquista il feudo di Costagrande con Talucco e ne viene investita con titolo comitale. Nel 1749 la badia di S.Maria resta vacante e viene abolita, Pinerolo è eretta a diocesi e San Donato è eretto a cattedrale. Nel 1801 la sede vescovile viene soppressa e spiritualmente viene unita alla diocesi di Saluzzo (fino al 1817). Nel 1801 vengono soppressi gli ordini monastici e le corporazioni religiose con incameramento dei relativi beni. Dal 1798 al 1814 si verifica la terza occupazione francese con una breve parentesi austro-russa (1799-1800). La restaurazione avviene nel 1814 e dura sino al 1821, anno dei moti. Il 17 febbraio 1848 viene emanato l’editto di emancipazione dei Valdesi con cui viene sancito il godimento di tutti i diritti civili. Dal 1858 Pinerolo cessa di essere capoluogo di provincia (lo era dal 1700) per diventare semplice capoluogo di mandamento. Nelle relazioni degli Intendenti del XVIII secolo si legge che Pinerolo gode di “felicissimo territorio”, per lo più messo a coltura o lasciato a bosco (gelsi per allevamento dei bachi da seta). Sin dall’epoca medievale la fiera e il mercato richiamano uomini e merci. L’alto numero di gabelle, il “mal uso dei bandi politici”, il caro prezzi hanno fatto allontanare molte famiglie facoltose. Il capitolo sulle liti con comuni limitrofi è particolarmente nutrito: nel 1768 è in corso la rivendicazione del feudo di Buriasco Inf. da parte del conte Ferrero; perpetua è la lite con Macello e Vigone che derivano acque dal Chisone in territorio di Pinerolo, così come con S.Secondo e Osasco che non offrono ripari adeguati al Chisone. Negli anni trenta di questo secolo il comune ha più di 80 ettari di terra, su cui non esercita usi civici, da sistemare: quella di categoria A, che resta di natura demaniale ad uso futuro dei cittadini, si trova nel territorio di Abbadia Alpina e di S.Secondo, distinguendosi tra terra pascoliva affittata alla borgata del Talucco nel suo insieme per 12 anni (1926-1938) e terra boschiva a mezza montagna nella zona alpestre del Talucco. Nel 1927 viene specificato che i beni in zona Talucco sono patrimoniali e nessuno ha diritto di pascolo, raccolta legna e subaffitto. Le terre di categoria B possono essere alienate e sono affittate singolarmente a contadini per 12 anni (scadenza 1935).